
Jet lag: cos'è e come affrontarlo
Viaggiare attraverso i fusi orari può trasformarsi in un’esperienza tanto emozionante quanto faticosa per il nostro corpo. Il jet lag, quel fastidioso disallineamento tra l’orologio interno e il nuovo ritmo giorno-notte della meta raggiunta, è un inconveniente del viaggio che molti hanno incontrato almeno una volta. La sensazione di stanchezza persistente, la difficoltà a concentrarsi, gli sbalzi d’umore e la digestione in subbuglio sono solo alcuni dei segnali con cui si manifesta. Ma cos’è davvero il jet lag, e soprattutto, come si può ridurne l’impatto per godersi appieno il viaggio fin dal primo giorno?
Il nostro organismo funziona seguendo un ritmo circadiano, un orologio biologico interno regolato principalmente dalla luce naturale, che influenza sonno, fame, temperatura corporea e persino la produzione di ormoni come la melatonina. Quando attraversiamo diversi fusi orari in poche ore, questo delicato equilibrio viene scombussolato, e il corpo impiega tempo per riadattarsi e più fusi orari si superano, più intenso e prolungato può essere l’effetto del jetlag. Volare verso est, ad esempio, tende a essere più faticoso che viaggiare verso ovest, perché il nostro ciclo naturale è leggermente più lungo di 24 ore, e accorciarlo risulta più complesso che allungarlo.
Affrontare il jet lag richiede, quindi, una strategia che inizi ancora prima di partire. Regolare gradualmente gli orari di sonno nei giorni precedenti il viaggio può fare la differenza: se ci si dirige verso est, anticipare di un’ora ogni sera il momento di coricarsi aiuta ad avvicinarsi al nuovo fuso orario. Al contrario, per voli verso ovest, posticipare progressivamente il sonno prepara il corpo al cambiamento. Una volta a bordo, sincronizzare immediatamente orologi e routine con l’orario di destinazione è un altro passo cruciale: se all’arrivo sarà notte, cercate di dormire durante il volo, magari aiutandovi con mascherine e tappi per le orecchie; se invece sarà giorno, cercate di resistere alla tentazione di schiacciare un pisolino e esponetevi alla luce naturale per riattivare l’organismo.
L’idratazione gioca un ruolo fondamentale. L’aria secca in cabina disidrata più rapidamente, accentuando la sensazione di spossatezza e bere acqua a sufficienza, evitando alcol e caffeina che interferiscono con il sonno, mantiene il corpo più reattivo. Anche l’alimentazione può essere un alleato: pasti leggeri e ricchi di nutrienti, come proteine magre e verdure, sostengono l’energia senza appesantire la digestione, mentre carboidrati complessi la sera possono favorire il rilassamento. Utile anche l’assunzione temporanea di melatonina, un integratore che aiuta a ripristinare il ciclo sonno-veglia.
Una volta arrivati, esporsi alla luce solare nel momento giusto accelera l’adattamento. La luce del mattino, per esempio, segnala al corpo che è ora di svegliarsi, mentre quella serale può ritardare il senso di stanchezza. Se possibile, evitate di rifugiarsi in stanze buie durante il giorno, anche se la tentazione di riposare è forte. Un breve pisolino di 20-30 minuti può essere rigenerante, ma dormire troppo a lungo rischia di peggiorare la confusione tra giorno e notte.
Il jet lag, aimè, non scompare magicamente in poche ore, ma con un approccio consapevole, i suoi effetti possono essere mitigati in modo significativo. Ogni viaggiatore è diverso, e sperimentare piccoli aggiustamenti e trovare la combinazione vincente di strategie personalizzate, può trasformare il jet lag da ostacolo a semplice transizione, permettendo di immergersi senza intoppi nella nuova avventura che ci attende.