
Perché in primavera siamo più pigri?
La primavera è spesso rappresentata come la stagione del risveglio, eppure, per molte persone, l’arrivo dei giorni più lunghi e delle temperature miti si accompagna a una sensazione di stanchezza inspiegabile, una voglia di fare meno e un’irresistibile attrazione per il divano.
Uno dei principali responsabili di questa pigrizia primaverile è il nostro orologio biologico interno, il cosiddetto ritmo circadiano. Durante l’inverno, il corpo si adatta alle giornate corte e alla scarsa luce solare, producendo più melatonina, l’ormone del sonno. Con l’arrivo della primavera, le ore di luce aumentano bruscamente, e il nostro organismo deve riadattarsi a un nuovo equilibrio ormonale. Questo passaggio non è sempre immediato: il corpo può impiegare settimane per regolare i livelli di serotonina, dopamina e cortisolo, gli ormoni che regolano l’umore e l’energia. Il risultato? Una fase di transizione in cui ci sentiamo spossati, come se fossimo in un limbo tra il letargo invernale e la vivacità estiva.
Le temperature più miti e l’aumento dell’umidità, poi, possono influire sulla pressione sanguigna, riducendo lievemente l’ossigenazione del cervello e contribuendo a quella sensazione di sonnolenza pomeridiana che molti sperimentano. Inoltre, il polline, specie nei soggetti predisposti, scatena allergie stagionali che, anche quando non sono particolarmente intense, possono affaticare il sistema immunitario, lasciandoci con meno energie del solito.
Anche al punto di vista psicologico, la primavera porta con sé un effetto paradosso: da un lato, ci invita a uscire, a socializzare e a dedicarci a nuove attività e dall’altro, dopo mesi di ritmi più lenti e abitudini sedentarie, il solo pensiero di riorganizzare la nostra routine può sembrarci opprimente. Questo conflitto interiore tra voglia di cambiamento e resistenza alla fatica può tradursi in procrastinazione e in una generale mancanza di motivazione.
Infine, c’è un fattore culturale da considerare. La società ci impone di essere sempre produttivi, ma la primavera, con il suo richiamo alla lentezza e al godimento della bellezza naturale, ci ricorda che anche il riposo ha un valore. Forse quella che chiamiamo pigrizia è in realtà il nostro corpo che ci chiede di rallentare, di ascoltare i nostri bisogni e di concederci il tempo di sincronizzarci con i ritmi della natura.
Quindi, se in questi giorni vi sentite più inclini a poltrire che a correre, non siate troppo duri con voi stessi. La pigrizia primaverile è un fenomeno passeggero, un segnale che il vostro organismo sta lavorando per adattarsi a un nuovo equilibrio. Presto, con il giusto riposo e un po’ di pazienza, ritroverete l’energia per abbracciare appieno la stagione della rinascita.